Videogiochi e apprendimento: come i giochi possono migliorare le capacità cognitive dei giocatori?
È ormai risaputo, grazie a diversi studi scientifici, che i videogiochi, se usati correttamente possono migliorare le capacità cognitive di chi li utilizza, soprattutto per quanto riguarda coordinazione oculo-motoria e il Problem solving.
Il mondo del gaming: un business in continua crescita
L’avvento del digitale ha nutrito in primis il settore dell’intrattenimento, il quale si è trasformato oggi in “intrattenimento online”. Questo, trae il suo grande successo (ad anche il suo fatturato multimilionario!) soprattutto dai videogiochi, i quali ogni anno muovono un business da milioni di dollari fra acquisto e vendita non solo di giochi, ma anche di eventi e gadget, come le famose “action figures” di supereroi e personaggi del mondo fantasy.
Infatti il mondo dei videogame, per gli appassionati non è solo relegato all’esperienza di gioco sui vari siti o su console, ma si espande in un un universo fatto di tutorial di gioco da esperti “gamer” su You Tube e ci sono poi eventi come le fiere del fumetto, o ancora, le community nelle quali ci si scambiano consigli o si creano vere e proprie squadre di gioco in base a “seniority” e a punteggi ottenuti.
Gli amanti del genere sono poi molto informati sulle tecnologie e i dispositivi di gioco per questo esistono eventi e webinair ideati per i gamer professionisti come quello organizzato da RazerCon, società di sviluppo americano-singaporiana, nei quali spesso vengono ospitati gamer professionisti per provare i nuovi supporti. Chi non vorrebbe essere pagato per provare nuove tecnologie per videogame dai costi elevatissimi? Ebbene, questo “mestiere” esiste già e potrebbe diventare una professione sempre più ordinaria in futuro, e non coinvolgerebbe soltanto i videogame, ma la tecnologia in generale, la quale si fa sempre più costosa e sofisticata e necessita quindi di feedback e recensioni da parte degli utenti esperti.
Come dicevamo esistono tanti tipi di videogiochi che attraggono target diversi: da mini giochi gratuiti reperibili su siti online, a giochi sempre gratuiti, ma con versioni o upgrade a pagamento, sempre sul web, come gates of olympus slot, per finire con i classici giochi per console (Play Station, X box, Nintendo, ecc…) che oggigiorno si arricchiscono della possibilità di gioco online (cioè senza comprare fisicamente il supporto) e delle modalità multigiocatore con scenari di gioco ricchi di stimoli e grafiche molto realistiche.
Quali sono le capacità cognitive migliorate nei giocatori?
Esistono sia in commercio, che gratuitamente online, molteplici tipologie di gioco per gli appassionati del genere e spesso alcuni di questi hanno degli effetti positivi sull’apprendimento di alcune capacità cognitive umane.
I videogiochi sono stati però spesso criticati per questioni di dipendenza da questi, in primis, ma se guardiamo a questi in modo più ampio, prendendo in considerazione tutti gli aspetti e l’impatto in generale che un videogame può avere sul cervello umano, dobbiamo anche necessariamente citare gli aspetti positivi che essi comportano a chi li utilizza.
Fra le capacità migliorate nei gamer, si evidenziano soprattutto le potenziate capacità di coordinazione occhio-mano o occhio-gambe nel caso di videogame di nuova generazione che coinvolgono tutto il corpo, grazie anche a tecnologie quali i visori per la Realtà Virtuale.
Ancora il Problem solving e la capacità di imparare dalle mosse precedenti applicandole a nuovi contesti logici sono due skill che vengono potenziate in coloro che usano abitualmente videogame.
Infine vi sarebbero due skill molto importanti per quel che concerne l’intelligenza emotiva e lo stress: ossia, la capacità di prendere decisioni urgenti sotto pressione e la capacità di controllare emozioni, due aspetti in effetti correlati fra loro.
Le critiche mosse in passato: dipendenza ed aggressività, ma nuovi studi modificano in parte il verdetto negativo “dei non giocatori”
L’aspetto negativo che più attribuiamo ai videogame è forse quello di relegarci su una sedia, attaccati ad uno schermo perché talmente stimolanti, soprattutto grazie alle tecnologie di nuova generazione, da farci immergere completamente in un Metaverso di gioco.
D’altronde gli sviluppatori, dopo anni di testing, sanno bene cosa piace al mercato. Ma perché i videogiochi ci piacciono così tanto?
Giocare ai videogame fa rilasciare al nostro cervello dopamina, un’ormone che crea letteralmente il buonumore. Sarebbe questo il responsabile di quella voglia di giocare ai videogiochi che a volte può trasformarsi in dipendenza.
Vi è poi un’altra critica radicata ai videogiochi, ma è stato dimostrato non esservi correlazione diretta, ossia il fatto che i videogame renderebbero le persone aggressive.
Tale idea, spesso derivante dal senso comune non è però sempre condivisa in ambiente scientifico. Chi la contesta sostiene che i comportamenti aggressivi deriverebbero da situazioni patologiche e non dal semplice utilizzo dei videogiochi come fonti di “svago”. D’altro canto, la fazione di chi li contesta, dichiara che, sulla base degli esperimenti sociali condotti da Albert Bandura negli Anni 70, le persone tenderebbero ad emulare ciò che vedono, poiché le azioni fungerebbero da guida e da esempio meglio che le parole o gli insegnamenti.
Senza addentrarsi troppo negli studi scientifici condotti, possiamo quindi affermare che qualsiasi medium, su utilizzatori sani non influirebbe direttamente sulla percezione della realtà tanto da distorcerla e attuare comportamenti tipici dei videogiochi.